Microfono radio
giampiero vigorito
Giampiero Vigorito
La prima biografia italiana di un genio della musica
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Copertina Libro Bacharach

BURT BACHARACH
THE BOOK OF LOVE
NELLA VITA E NEI RICORDI DEL PIÙ GRANDE GENIO DEL POP
AUTORE: GIAMPIERO VIGORITO
EDITORE: CONIGLIO EDITORE
COLLANA: SOUNDCHECK
PAGINE: 240 con due inserti di foto a colori
PREZZO: Euro 16,50

 

Estratti del libro

GLI INIZI...
L’autunno stava scaricando la forza del suo motore marciando liberamente per le strade di New York; in mezzo a quel traffico impazzito era l’unico a cui si concedesse il diritto di precedenza. Il vento cominciava a pizzicarti le guance come il buffetto gentile del tuo vecchio nonno, mentre le foglie si accartocciavano rosse in terra con un suono che ricordava quello delle caldarroste sulla brace. Era il 1957, e io, come uno studente modello, mi infilavo ogni giorno nella hall di un grosso palazzo tra la 49ma e la 53ma. Si chiamava Brill Building. Il nome lo aveva ereditato dal primo negozio che aveva aperto i battenti al 1619 di Broadway, un magazzino di abbigliamento appartenuto ai fratelli Brill. Nel ’31 la ruota impazzita della grande depressione americana, il più grande gioco d’azzardo a cui abbia partecipato il genere umano, aveva costretto i fratelli Brill a cedere il palazzo a una cordata di società di affaristi e produttori della scena musicale. Le prime tre furono la Southern Music, la Mills Music e la Famous Music, ma presto se ne aggiunsero molte altre. Quando vi entrai io, nel ’57, quel palazzo stava raggiungendo il suo massimo livello di espansione. Era diventato una via di mezzo tra il college e la fabbrica musicale, una vera struttura integrata, una macchina capace di miscelare la creatività con il business. Teoricamente, per pubblicare un nuovo hit di successo bastava farsi un giretto in ascensore: ai primi piani si scrivevano le canzoni, poco sopra si provavano gli arrangiamenti, qualche piano più su c’era lo studio che duplicava i nastri e si occupava delle edizioni; poi, verso il pinnacolo del palazzo, l’ufficio casting reclutava i musicisti e i cantanti per la registrazione definitiva. Nel giro di 24 ore veniva sfornato il demo da dare alle radio, e noi eravamo nuovamente pronti a rientrare nell’esilio di quella serra creativa per annotare le nostre eccitazioni musicali su decine e decine di blocchi di spartiti. Ognuno di noi aveva assegnata una piccola stanza con il necessario per raccogliere i propri stati emotivi: un divano, una piccola scrivania e, ovviamente, un pianoforte verticale. Per sognare di sfondare nel firmamento della musica bastava fissare la finestra puntata sul cuore di Manhattan, dove la vita scorre più fluida delle tue dita sulla tastiera. Nel giro di pochi anni, quel palpitante alveare a cinque stelle conficcato in un angolo di Broadway divenne il quartiere generale del pop americano. Artisti, autori e musicisti come Mort Schumann, Ellie Greenwich, Gerry Goffin, Carol King, Neil Sedaka, Doc Pomus, Jeff Barry, Jerry Leiber sfornarono i più grandi successi per le Ronettes, le Chiffons, le Shirelles, le Shangri-Las, le Dixie Cups e Little Eva; dalla terrazza di quel brulicante palazzone sarebbero state esplose in cielo le stelle chiamate Elvis Presely, Connie Francis, Bobby Vee e la mia favorita…Dionne Warwick. Nei primi anni Sessanta le quotazioni del Brill Building salirono fino al punto di creare un genere musicale a sè stante, capace di indicare come un marchio di fabbrica l’armonioso incontro tra le pulsazioni ritmiche del rock&roll e la confortevole eleganza del pop.

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